Sembra che la rete di telecomunicazione italiana di nuova generazione (Ngn), quando si farà e se si fara' , si baserà su tecnologia straniera.
Attualmente chi sta lavorando sulla banda larga e ultralarga sono un gruppo formato da Alcatel-Lucent (franco-americana), Ericsson (svedese) e Huawei (cinese). E ciò vuol dire che alle imprese italiane come Italtel resterà un ruolo sostanzialmente marginale.
Alcatel-Lucent e l’azienda cinese posseggono il portafoglio-prodotti più completo. Stefano Pileri, il maggior conoscitore della rete Telecom, di cui è stato a lungo responsabile, è convinto del fatto che le reti in rame tra poco non basteranno più a sopportare il peso crescente dei servizi via Internet, per cui sarà necessario il passaggio alla fibra ottica.
"La prima, concreta ragione per realizzare la Ngn è la certezza di un risparmio sui costi di gestione, energia, spazi e personale valutabile nell’ordine del 40-45%. In assenza di un piano di Telecom Italia, che a causa dei debiti ha tagliato gli investimenti tecnologici per il 2010, l’iniziativa al momento più concreta è il piano banda larga della Regione Lombardia, con una spesa prevista di 1,3 miliardi di euro, che di fatto sarà una prova generale di Ngn".
I capitali per sostenere i costi per ammodernare le infrastrutture italiane in vista della Rete di Nuova Generazione dovrebbero arrivare dai cinesi. Si tratta di 100 miliardi di dollari che cinque istituti di credito cinesi hanno stanziato per i clienti esteri di Huawei, il terzo produttore mondiale di infrastrutture di trasmissione, di cui una decina di giorni fa una delegazione ha fatto il giro delle compagnie italiane per illustrare questa opportunità.
Autore: Marianna Quatraro
Fonte: http://www.businessonline.it/news
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